martedì 18 giugno 2013

The Crooks

Un’indomita esplosione di rock’n’roll e del resto con il titolo che ha il nuovo capitolo della saga dei The Crooks non poteva essere diversamente: Atomic Rock è fedele alla linea dall’inizio alla fine ed è una linea tracciata dalle chitarre elettriche spianate senza esitazione. La dichiarazione d’intenti, dove fosse necessario, è tutta in F. F. R’n’R, un tambureggiante assalto sonoro dove la prima F. sta per Fuckin’ e la seconda per Fast e dove le chitarre pesanti dei Crooks mordono fino all’osso, ovvero fino al finale blues, con tanto di armonica e qui cominciano le sorprese perché Atomic Rock non è soltanto un monolitico bombardamento di riff e valvole bruciate, ma contiene un paio di indicazioni che potrebbero essere molto importanti per il futuro dei Crooks. I fiati in Victim Of Circumstances e Opportunities spostano l’asse verso un ruvido, istintivo e contagioso rhythm and blues. Ancora di più, infilata nelle bonus tracks, la versione al fulmicotone di Piccolo uomo di Ivan Della Mea, suonata con una veemenza impressionante e con un piglio che oltre al legittimo e indimenticato autore avrebbe fatto felice, tra gli altri, anche Joe Strummer. Molto bella e colorita anche la confezione, essenziale e spartana nello spirito do it yourself (che si fa prima) e fedele allo spumeggiante susseguirsi dei riff esplosivi dei Crooks, l’unica energia atomica senza scorie e senza controindicazioni. (Eddie Spinazzi)