Soldati è stato un un disco la cui gestazione è cominciata in
modo singolare, visto che gran parte delle canzoni sono nate dal rapporto di
questo giovane e promettente cantautore con la nonna, la quale ha offerto,
attraverso i racconti di vita vissuta, l’idea centrale che è alla base del
disco, ovvero quella di “soldati”, la cui guerra è la propria vita quotidiana.
Un’idea forte e coraggiosa che Andrea Parodi ha voluto condividere con uno
stuolo impressionante di ospiti e collaboratori, convocati come se il disco
fosse una rappresentazione teatrale o un set cinematografico, per cui ogni
canzone necessitava di particolari interpreti e caratteri. Tra gli altri, vanno
ricordati i marchigiani The Gang, la milanese Laura Fedele, il collega e amico
fiorentino Massimiliano Larocca, ma anche l’americano Jono Manson e l’argentina
Suni Paz coinvolti a vario titolo nell’elaborata costruzione delle strutture
sonore del disco. Sarebbe riduttivo però considerare Andrea Parodi soltanto il
regista di un articolato complesso di collaborazioni e ospiti: la sua voce e la
sua chitarra, ma soprattutto la sua sconfinata passione per il rock’n’roll e
nello stesso tempo per la canzone d’autore, solo gli elementi che tessono e
organizzano una trama minuziosa e variopinta, dove le canzoni costituiscono i
tasselli di una visione molto più ampia. Raro esempio di una visione condivisa
e aperta alle sorprese, Soldati è
un piccolo gioiello che merita di essere riscoperto perché ha segnato una bella
deviazione nella storia della musica italiana. (Stefano Hourria)
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