Artista poliedrico, capace di passare con colta
disinvoltura dalla poesia alla pittura, dalla prosa (bellissimo il suo racconto autobiografico in ex) alla musica, gianCarlo
Onorato ha trovato con Sangue bianco il suo disco più maturo e intenso. La lunga e
laboriosa gestazione, dovuta ad un certosino lavoro di precisione attorno ai
suoni e alle canzoni. Cinque diversi studi di registrazione, una moltitudine di
musicisti, un ordito di idee e di arrangiamenti affascinante nella sua
complessità rendono Sangue bianco una svolta importante nel modo di sentire e interpretare
le canzoni in italiano. Non c’è nulla in comune con la banalità radiofonica o
con le semplificazioni melodiche: gianCarlo Onorato è un artista che, fin dagli
esordi, predilige scavare in profondità, cercando soluzioni liriche ed
estetiche certo non immediate, ma sempre piene di significati e di emozioni. Sangue
bianco,
da questo punto di vista, è esemplare nel mostrare tutti i fuochi d’artificio
di cui dispone gianCarlo Onorato: canzoni costruite attorno a un linguaggio
limato parola per parola e verso dopo verso; suoni e arrangiamenti che, pur
sempre in debito (come è giusto che sia) con le sue passioni musicali
anglosassoni, hanno ormai una netta e distinta personalità; e, infine, quello
che è più imporante, una visione complessiva chiara e precisa. Dalla minimale
copertina all’ultima nota, Sangue bianco è un mondo di bellezza a parte, degno di
una grande e unico artista, peraltro ormai pronto a dargli un degno seguito. (Lucia Jorio)
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