sabato 15 marzo 2014

Michele Anelli & Chemako

Michele Anelli è stato un pioniere sempre in anticipo sui tempi. Aveva capito la lezione springsteeniana, i temi e le storie più che la musica, prima di tutti e ne aveva riproposto con i Groovers una sua personale e convincente versione. Ha cambiato rotta, non senza un certo coraggio, ispirato dalle forme mutevoli dei Wilco e nello stesso tempo ha lavorato a lungo sulle canzoni popolari italiane, ancora una volta, qualche anno prima che diventassero d’obbligo. Quello che gli mancava era un passo che rispondesse al suo profilo e l’ha fatto collaborando con i Chemako: il sound del disco è loro, solido, compatto, elettrico, essenziale, senza fronzoli. La storia, le storie che ci sono dentro è quanto di più personale abbia prodotto Michele Anelli: dall’intensa Ballata contro il tempo a Sono sempre nei guai, una pop song più o meno perfetta, tutto lo spettro delle sue perlustrazioni sonore è ben rappresentato dall’uniforme interpretazione dei Chemako e dall’indomita volontà di mettersi di nuovo in gioco. Con canzoni che sono sentiti ritagli autobiografici (La strada di mio padre), suggestive istantanee (Lettera dal finestrino) o frammenti di vocabolari, sempre attuali, ormai digeriti a lungo (Resisterò, Uomini e polvere, Sparare cantando). Al di là dei temi, le canzoni s’incastrano una nell’altra nel definire il nuovo volto di un protagonista della musica italiana che è stato capace di non restare fermo e di rinnovarsi in modo radicale, anche dopo anni e anni di incessanti tentativi e ricerche. Non ne esistono tanti altri. (Marco Denti)

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