martedì 20 maggio 2014

Evasio Muraro

A un anno dall’uscita di Scontro tempo, senza dubbio uno dei dischi più belli del 2013, vale la pena ripescare l’inizio del nuovo corso di Evasio Muraro, quel Canzoni di uomini di latta con cui ha riavviato una carriera solista che, disco dopo disco, continua a sorprenderci. Sono convinta che in Scontro tempo ci sia molto più Canzoni per uomini di latta che O tutto o l’amore: Evasio Muraro è un musicista troppo poliedrico per nascondersi dietro una certa uniformità sonora ed è troppo innamorato del rock’n’roll per restare incastrato in una sola parentesi acustica. Se si fruga un po’ dentro le Canzoni per uomini di latta, si trovano già i germogli che poi fioriranno in Scontro tempo: alcune derive ritmiche, certe divagazioni jazzistiche, tutto l’immaginario lirico condensato da Miraggio in poi, la vocazione per suoni eccentrici e ricercati. Canzoni per uomini di latta è ancora oggi un disco molto denso ed evoluto e, riascoltandolo alla luce di Scontro tempo, mostra quanto fossero coerenti certe intuizioni. Merita un cenno anche la parte iconografica: Canzoni per uomini di latta non è il superlativo oggetto di design confezionato per Scontro tempo, ma già allora era chiaro che Evasio Muraro non si lascia costringere nei cliché e negli standard e anche nel formato banalotto del compact disc riesce a propinarci la sua particolarissima visione artistica. Un disco da riscoprire, a partire proprio da Distratto, piccolo, grande inno dei nostri (miseri) tempi. (Lucia Jorio)

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