venerdì 27 aprile 2018

Dr. Faust

Da trent’anni a questa parte Dr. Faust alias Fausto Scaravaggi imperversa indomito e infaticabile sulle strade della pianura e tra i sentieri delle valli proponendo un’irresistibile miscela il cui ingrediente fondamentale resta pur sempre il rock’n’roll. Un passione coltivata ad ampio raggio: già promoter in tempi pionieristici quando suonare dal vivo era una scommessa, appassionato speaker radiofonico, creatore di fantine, Dr. Faust si è infine mobilitato attorno ai suoi inamovibili punti di riferimento: il blues (è soprattutto un valente armonicista), Bob Dylan (da cui per un breve periodo mitigò lo pseudonimo Blind Boy Grunt) e Joe Strummer che, con o senza Clash, ha dettato la via, ora e sempre. La sua carica gli ha permesso di battere ogni singolo locale, festival, stamberga (in compagnia di Renato Dal Corso, grande bassista e da tempo suo “partner in crime”), dove fosse possibile scatenare le danze, evocando tutti i sacrosanti spiriti, da Robert Johnson a John Belushi. Indipendente da tutto e da tutti, con un’insana voglia di divertire e di divertirsi, Dr. Faust ha collezionato, nel frattempo, una variopinta discografia cominciata già nel 1990 con Reattori atomici e andata via via infoltendosi attraverso le diverse incarnazioni delle sue rock’n’roll. Ma è dal vivo che la natura di Dr. Faust si manifesta in una tempesta perfetta, in quella singolare e rara magia che accomuna l’indole dei fans a quella dei musicisti e che per, fosse solo un breve istante, azzera la fatica, la noia, la strada tutto il resto per una semplice scintilla di joie de vivre, e un paio di birre, che non guastano mai. Più che di una carriera, bisognerebbe parlare di un miracolo, ma trattandosi del blues e del suo figlio prediletto, il rock’n’roll, non è il caso. (Marco Denti)

mercoledì 11 aprile 2018

Reckless

Animati da un coacervo di passioni musicali, in apparenza distanti e divergenti tra loro, i Reckless convogliano in sei tracce (più un raffinato Incipit strumentale) una prima prova di straordinaria esuberanza ed energia. Maniac Attittudes Forged In Administrations (studiate con attenzione l’acronimo) svela che i lodigiani Andrea Sanna (voce), Matteo Siciliano (chitarre e voce), Federico Tucci (basso) e Leone De Vecchi (batteria) hanno scovato un sound corposo e personale (valga su tutte il monolitico Explicit finale) su cui proiettano suggestioni e inquietudini a forza di riff elettrici e durissimi, ma anche di un’appropriata cura melodica. Gli esperimenti linguistici comprendono lo slang originale del rock’n’roll in World’s Emptiness e la lingua nostrana in Pastapizzamafiamandolino e Odio, quest’ultima comprensiva di un’escursione nell’hip-hop (in chiave Rage Against The Machine) con la partecipazione e la condivisione di un amico rapper, Rumble. Comprensiva di una frase che dovrebbe far pensare i sociologi che studiano le nuove (ma anche le vecchie) generazioni: “Alla resa preferisco la sconfitta”. Il biglietto da visita dei Reckless comprende anche le sfumature folkeggianti (ma sempre con il volume dell’amplificatore girato sul dieci) all’inizio di Ulysess, una canzone che potrebbe benissimo stare nel repertorio dei Dropkick Murphys, la rock’n’roll band più rumorosa di Boston. Tutto autoprodotto, indipendente e genuino. Consigliatissima la prova del nove, dal vivo. (Marco Denti)