mercoledì 11 aprile 2018

Reckless

Animati da un coacervo di passioni musicali, in apparenza distanti e divergenti tra loro, i Reckless convogliano in sei tracce (più un raffinato Incipit strumentale) una prima prova di straordinaria esuberanza ed energia. Maniac Attittudes Forged In Administrations (studiate con attenzione l’acronimo) svela che i lodigiani Andrea Sanna (voce), Matteo Siciliano (chitarre e voce), Federico Tucci (basso) e Leone De Vecchi (batteria) hanno scovato un sound corposo e personale (valga su tutte il monolitico Explicit finale) su cui proiettano suggestioni e inquietudini a forza di riff elettrici e durissimi, ma anche di un’appropriata cura melodica. Gli esperimenti linguistici comprendono lo slang originale del rock’n’roll in World’s Emptiness e la lingua nostrana in Pastapizzamafiamandolino e Odio, quest’ultima comprensiva di un’escursione nell’hip-hop (in chiave Rage Against The Machine) con la partecipazione e la condivisione di un amico rapper, Rumble. Comprensiva di una frase che dovrebbe far pensare i sociologi che studiano le nuove (ma anche le vecchie) generazioni: “Alla resa preferisco la sconfitta”. Il biglietto da visita dei Reckless comprende anche le sfumature folkeggianti (ma sempre con il volume dell’amplificatore girato sul dieci) all’inizio di Ulysess, una canzone che potrebbe benissimo stare nel repertorio dei Dropkick Murphys, la rock’n’roll band più rumorosa di Boston. Tutto autoprodotto, indipendente e genuino. Consigliatissima la prova del nove, dal vivo. (Marco Denti) 

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